Esiste un’arte intima e itinerante che alle stanze polverose di un museo ha preferito i corpi e le strade: è l’arte del tatuaggio, antichissima forma d’espressione che negli ultimi decenni ha mostrato una straordinaria vitalità e un sincretismo vertiginoso, capace di catturare, rielaborare e accostare stili e simbologie nati in epoche e luoghi lontanissimi fra loro. Grazie ai tatuaggi un loto può fiorire accanto a una rondine o a una carpa, un’ancora marinara affiancare un cuore sacro, e un cervo maestoso affacciarsi dallo stesso lembo di pelle su cui danza una geisha avvolta nel suo kimono. Attraverso le opere del celebre Megamunden (Oliver Munden) e i testi del critico Nick Schonberger il volume si rivolge a chi vuol saperne di più sulla simbologia dei tatuaggi, a chi è in cerca d’ispirazione per il prossimo tattoo, e a tutti gli amanti di un’arte che affonda le sue radici nel tempo ma non è ma non è mai stata così contemporanea.